La Storia di Chiara

Oggi ho avuto il piacere e l’onore di parlare con Chiara, una super mamma bolognese di 4 figli, di cui due gemelle, ultime arrivate due anni fa. E’ stata la prima a rispondere al mio appello online, per cui mi è sembrato doveroso farle aprire le danze 🙂
Devo confessare che il mio lavoro qui è stato praticamente inesistente, mi ha scritto un racconto talmente bello e pieno di passione, dimostrandomi da subito che carattere forte e determinato che ha, che ho semplicemente modificato la punteggiatura qua e là per il SEO del blog 😉

Vi lascio quindi di seguito la sua storia, che ci parla di come si è ritrovata come madre e come donna. Ma soprattutto, come ce l’ha fatta (e ce la sta tuttora facendo) tra mille difficoltà.

Allora allora… Mi chiamo Chiara, ho quasi 33 anni, sono di Bologna, e ho 4 bimbi.

I primi 2 sono grandi, Aurora di 14 anni e Pietro di 12, nati dal mio primo matrimonio. Matrimonio terminato definitivamente con un doloroso divorzio, firmato a dicembre 2017, dopo quasi 7 anni che non stavamo più insieme.

Nel settembre 2016, in ferie a Padova, ho cominciato a frequentare Marco, quello che fino ad allora era solo un amico, un po’ più grande di me (12 anni di differenza). Storia subito seria. Unica difficoltà: lui vive e lavora a Padova, mentre io lavoro e vivo a Bologna. Come ulteriore difficoltà, il non poter spostare permanentemente fuori Bologna i figli grandi senza rischiare una denuncia dall’ex marito.

Quindi relazione a distanza.

Marco lavora di notte come receptionist in un albergo internazionale e, per quanto cerchi, non trova subito un lavoro appetibile a Bologna…quindi, il venerdì pomeriggio scendeva da noi e ripartiva direttamente per il lavoro la domenica sera, tranne i week end che i figli son dal papà, quando allora mi muovevo io in treno verso Padova.

Solo che circa 8 mesi dopo l’inizio della relazione scopriamo che io sono incinta, tra l’altro già di 6 o 7 settimane, perché a parte seno gonfio e sensazioni, io non ho nessun sintomo: nulla di nulla, nemmeno la nausea.

Con il foglio delle analisi beta corro dalla infermiera del ginecologo e la amica che mi accompagna chiede “ma non è che poi sono 2!?”.  L’infermiera afferma che le beta sono basse anche per un bimbo solo, e che quindi sicuramente no. Il ginecologo prescrive progesterone proprio per le beta basse e per le difficoltà a portare avanti le precedenti gravidanze.

Siamo tutti agitatissimi e preoccupati, ma molto contenti. A causa di un errore nelle prenotazioni, saltiamo la prima ecografia. Pazienza. In 13esima settimana, dopo un’influenza, mi sento strana e vado in pronto soccorso per verificare che vada tutto bene. La Dottoressa che mi visita ne approfitta per fare una veloce eco di controllo, nel frattempo, tanto per chiacchierare chiede se (nonostante sia impossibile da vedere così presto) io preferisca un maschietto o una femminuccia. Le rispondo che avendo già entrambi, è sufficiente che sia sano/a. La doc sbatte le palpebre, si gira e mi fa : “Come sano!? Perché, non lo sa che sono 2!?”

Gira il monitor e mi fa vedere…

Non ci posso credere! Ne avevamo scherzato con amici e parenti fino alla sera prima!!

Son scoppiata a ridere e ho chiesto che lo comunicasse loro al futuro papà, che intanto era in attesa in sala d’aspetto, pure un po’ preoccupato…

Le infermiere lo hanno chiamato in ambulatorio e gli hanno offerto una sedia. Doveva avere la faccia parecchio angosciata, perché la doc gli fa “no, no, stia tranquillo! La signora sta bene ed anche la gravidanza procede senza intoppi, solo che…. Sono 2!”

È scoppiato a ridere come me poco prima!

Ci siamo da lì in poi mossi più velocemente per iniziare le analisi genetiche, in quanto Marco ha la neurofibromatosi cistica, che è ereditaria. Ci facciamo seguire a Padova, in un reparto ottimo ed accogliente, con lo staff che già segue lui fin da quando era bimbo.

La mia famiglia ancora nemmeno sa che sono incinta, vorrei comunicare tutto insieme: gravidanza, gemellarità ed eventualmente malattia genetica.

Le settimane vanno avanti, così come le visite e gli esami. Vengo sottoposta l’8 di agosto 2017 a doppia amniocentesi per vedere se le creature (di cui ancora non sappiamo il sesso) hanno preso la malattia del papà: scopriamo che sono 2 femmine e che solo una porta i problemi genetici del papà.

In generale comunque stanno benissimo, crescono bene, si muovono, l’utero sopporta bene il peso doppio. Io dimagrisco invece che ingrassare, nonostante un piccolissimo problema alla tiroide (rilevato ad inizio gravidanza e tenuto sotto controllo con Eutirox) ed un lieve diabete gestazionale (curato solo con dieta).

Arriva Ferragosto ed il momento di comunicare alla mia famiglia (in occasione del mio compleanno) che ci son sorprese in arrivo: tutti al ristorante per festeggiare Ferragosto ed il mio compleanno! Ci sono anche mio fratello (con moglie e figli) e la mia sorellina minore. Prima della festa ho preparato una scatola tutta traforata con dentro un biglietto pop-up con 2 carrozzine per neonati in 3 colori e 2 scarpette, una da femmina ed una da maschio (quel giorno non avevamo ancora in mano tutti i risultati e non sapevo ancora con certezza il sesso).

Quella sera purtroppo mancano i miei figli grandi che son in vacanza col padre…
Prima del dolce ingaggio il mio nipotino di 3 anni e mezzo e gli affido la scatola da consegnare a mia madre. Lei la apre, capisce e guarda mia cognata come chiedendo se aspettasse il terzo figlio… Mia cognata fa “No, no, noi non c’entriamo nulla!”, ed io e Marco comunichiamo che la gravidanza in questione è la nostra.

Mia mamma fa “Penso che mi sentirò male… Ma… Le scarpine son 2 diverse perchè?

Perché ancora non sapete se sia maschio o femmina?”

Le abbiamo risposto “No, è che sono 2, probabilmente un maschio e una femmina” e mia mamma: “Mi sto sentendo male!”.
Nonostante l’aria angosciata stava benissimo e siamo scoppiati tutti a ridere! È scesa un po’ la tensione. Anche se il mio babbo è rimasto comunque un bel po’ agitato 🙂

Arriva fine dicembre 2017, firmo il mio definitivo divorzio. La pancia è enorme, nonostante io continui a pesare come ad inizio gravidanza. Nei giorni successivi si alza molto la mia pressione fino ad allora perfetta (primo e ultimo vero problema in gravidanza) e si decide di anticipare di qualche giorno il cesareo programmato. Data definitiva: 2 gennaio!! Tutto va secondo i piani: il 2 mattina arrivo sul presto, mi preparano, resto in attesa a causa di qualche cesareo d’urgenza, poi finalmente entro e mi fanno l’anestesia spinale. Senza problemi, nonostante la mia mole. Cesareo velocissimo, staff super gentile, io super serena (tendo già di mio a non essere ansiosa, ma lo staff è stato davvero d’oro).

La prima bimba, Rosa, esce senza problemi, la seconda, Grace, invece fa qualche capriccio, è incastrata in orizzontale. La ginecologa deve allargare il taglio ed entrare con entrambe le mani dentro di me per estrarla. Va comunque tutto bene e veloce. Io sto bene, loro pure. Son anche belle grandi per essere 2 gemelle nate a 37+1. Rosa pesa 2,9 kg e Grace 2,8 entrambe 47 cm.

Dopotutto il papà è bello ma bassino 🙂

Unico neo, mi finisce l’effetto dell’anestesia nel mezzo di un cambio turno, manca il passaggio di alcune consegne tra le ostetriche o le infermiere e non mi viene somministrata la dose di antidolorifici per bocca. Son piegata in 2 dai dolori, circondata dai parenti festanti e vorrei solo una martellata in testa per svenire. Mi lamento con una infermiera che se ne esce con “eh insomma! Ma quanto si lamenta! Ha avuto anche gli antidolorifici!”
Al mio “Ma veramente no” corre urlando delle scuse e va a prendermeli.

Da lì in poi tutto ok. Rosy si fa 30 ore in tin per la bilirubina bassa, ma si risolve tutto in fretta. Le bimbe sono perfette. Sane. Belle. Buonine. I fratelloni le adorano, il papà è estasiato, gira per casa con gli occhi spalancati che volano amore mente le fissa, le coccola e se le sbaciucchia tutte. Avendo quasi 41 anni all’inizio della nostra relazione ed avendo avuto solo poche e fallimentari esperienze relazionali, si era rassegnato alla solitudine e al non formare mai una famiglia sua… E invece…

Le prime 2 settimane delle gemelle volano, Marco deve tornare a Padova riprendere il lavoro ed il solito andirivieni settimanale. Io resto a Bologna coi 4 bimbi. È tutto un po’ pesante e difficile, non so nemmeno come ho fatto, ma ci sono riuscita. I miei ragazzi son stati adorabili. Hanno cercato sempre di essere di aiuto ed il meno di intralcio possibile quando non c’era modo di aiutare.
Le han sempre coccolate, la gelosia per fortuna non si è mai vista.
Solo il Pendolarismo del papà crea stanchezza, soprattutto per lui che deve spesso fare avanti e indietro.
Le bimbe crescono senza grossi problemi: Rosy fa spesso controlli, cominciano a comparire le prime macchie caratteristiche della malattia, ma sta bene.

Entrambe rispettano bene tutte le tappe dello sviluppo psicomotorio, Rosy sempre un paio di settimane o più in ritardo rispetto a Grace, ma sempre comunque nei tempi.
Lo scorso anno le compare sulla pancia uno strano brufolotto. Io temo si tratti di una verruca (siccome spesso gioca per terra anche al nido e al parco) e la porto dal dermatologo. Scopriamo essere uno xanteloma (dopo controllo se davvero si scrive così perché ho qualche dubbio), che non è nulla di preoccupante di per sé, solo che la sua comparsa è un sintomo. Vuol dire che Rosy, oltre ad avere una malattia rara, ne ha una variante interna ancora più rara, talmente rara che ce ne son pochi casi in Italia. Pochi e studiati poco. Sanno solo dirci che le persone con quel neo, in aggiunta alla neurofibromatosi cistica, tendono a presentare leucemia mieloide acuta nell’infanzia.
Almeno non è una certezza… solo che non c’è modo di prevenire nè di prevedere la comparsa della malattia. Quindi da allora stiamo un pochino col fiato sospeso con l’ansia di veder comparire lividi anomali e non dovuti a contusioni. Intanto cerchiamo di far finta di nulla e far fronte alle difficoltà pratiche delle nostre vite.

Ad ottobre 2019 io e Marco intanto ci siamo sposati. E continuiamo a fare ricerche e tentativi di portare a Bologna lui ed il suo lavoro, solo questo dannato virus ci ha permesso di fare un po’ di vita normale, perché il suo albergo per il momento resta chiuso e lui è a casa con noi.

Vorrei aggiungere solo una piccolissima cosa… La relazione regge magnificamente, nonostante la distanza e le difficoltà, solo perché io lavoro poco o nulla (lavoro a chiamata in un piccolissimo nido privato un paio di mattine a settimana, mi occupo prevalentemente di cucinare e pulire) e quindi mi occupo della famiglia e della casa prevalentemente io, da sola, dal lunedì al venerdì… Come un carro armato.
Marco però, quando c’è, è un papà insuperabile! Io nel week end potrei mettermi anche a letto per dormire 48h di fila, perché è assolutamente intercambiabile con me: cucina, pulisce, cambia pannolini, gioca con le gemelle, segue i compiti dei figli grandi, fa la spesa, ecc.
Non era affatto scontato che se la cavasse così bene anche a questa età e con poca o nessuna esperienza in merito…
I problemi pratici ci sono, esistono, bisogna accettarli ed affrontarli (avremo presto bisogno di una casa più grande visto che le gemelle crescono e siamo in 6 in 80 mq scarsi, inoltre mi sto iscrivendo in università per diventare educatrice), però nonostante tutto siamo uniti e felici!

Fine!

Ed eccoli qui, al completo e più belli che mai!!

Visto che tostaggine??

Penso che da una persona così ci sia solamente da imparare, per cui le ho fatto qualche domanda di approfondimento, un po’ per curiosità mia e deformazione professionale, un po’ per dimostrarvi ulteriormente che volere è potere e darvi alcune dritte pratiche per superare i momenti di difficoltà. Eccole!

Sei anche tu una mamma arcobaleno?
Tutti e 4 sono bimbi arcobaleno. Ho davvero pochi problemi a restare incinta, sono anzi molto fertile, ma ho difficoltà a portare avanti le gravidanze, dopo 8 o 9 settimane l’utero si apre. I primi 2 bimbi me li han tenuti dentro a suon di farmaci. Ma negli altri casi ho a malapena avuto il tempo di accorgermi di essere incinta e li ho persi nel giro di qualche giorno. Non so perché, il ginecologo non ha mai fatto analisi approfondite…

Come hai allattato le gemelle? Al seno o biberon?
Le gemelle le ho allattate al seno per solo 2 mesi. Da lì prima misto poi solo artificiale. Diventavo matta, mi stressa a e sfiniva, una si attaccava poco e male. Ho scelto tra allattare super stressata e biberon ma serena.

Come te la cavavi la notte da sola? Il problema più grosso che hai avuto? E come lo hai risolto? Un fiorino!! 🙂
Le gemelle son state bravissime i primi 6 mesi, dormivano fino a 6 o 7 ore filate la notte. Poi (chissà perché ) coi primi gattonamenti hanno smesso. Per un periodo si son svegliate anche una volta ogni 2 ore, alternate tra loro, quindi ero in piedi una volta ogni ora, tutta notte. Stanno regolarizzando il sonno solo ora, a più di 2 anni, anche se capita che ancora si sveglino 1 volta a testa a notte.
La notte da sola era abbastanza complicato, soprattutto con l’allattamento al seno. Per un po’ ho provato anche l’allattamento in tandem (in contemporanea n.d.r.), ma senza nessuno fisicamente presente lì a passarmele era impossibile. Dopo, con il latte artificiale, mi son praticamente stabilita in salotto (per non svegliare i figli grandi) e le tenevo nelle sdraiette mentre davo loro il biberon alternate.
Dalla mia ho che mi bastano pochissime ore di sonno e ho la resistenza di un panzer, ma avere un aiuto dai miei o il marito a casa non mi sarebbe dispiaciuto.

Che dire…Semplicemente GRAZIE CHIARA, un grazie grande come una casa per aver condiviso con me la tua bellissima storia di una mamma normalmente eccezionale!
So che il tuo contributo aiuterà molte mamme in situazioni come la tua a sentirsi meno sole, e magari chissà, a dargli quella spinta in più per aiutarle a non perdere la grinta e la determinazione per affrontare ogni singola giornata!

Alla prossima!

One comment

  1. Ciao Chiara, piacere di conoscerti! Complimenti per il racconto e per la tua tenacia!

    Bellissima idea, Cri, quella di dedicare una parte del blog ai racconti delle mamme!
    Barbara

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