Un normale weekend di paura (e lo spannolinamento gemellare)

Il momento forse più temuto quanto agognato dai neogenitori è arrivato: lo spannolinamento! L’autonomia sfinterica è da sempre stato uno dei traguardi più sognati dai neogenitori, neononni, neozii e neocambiatori di pannolini in generale. Ma si sa: i sogni comprendono anche gli incubi, e, statene certi, gli spannolinamenti gemellari rientrano sicuramente nella top ten. Se un bimbo alle prese con l’abbandono del pannolino si fa la pipì addosso una media di 6/7 volte al giorno i primi giorni, questo vuol dire 12/14 volte per due gemelli. So contare, ma non oso pensare a tre gemelli o più, impresa eroica vera.

Immaginatevi il quantitativo di mutande, canottiere, pantaloni e calze (ebbene sì, si sporcano anche le calze molto più spesso di quello che pensate) che dovete sempre avere a disposizione: praticamente una rata del mutuo. Inoltre dovete preoccuparvi di foderare di cellophan il divano, i letti e di stare attenti alle pozzangherine che si possono trovare in giro per la casa. In effetti non è molto diverso dall’avere un cane, scottex in giro dappertutto e salviettine sempre a portata di mano.

Per quanto mi riguarda, il vero incubo non è la pipì ma la popò: e in questo caso lascio tutto alla vostra immaginazione! 😛

Ad ogni modo, nel nostro caso i tempi erano maturi: le educatrici del nido ci avevano detto da un po’ di tempo che Simo e Vale utilizzavano sempre di più il vasino e che secondo loro potevamo partire in qualsiasi momento. In effetti anche a casa avevo notato un utilizzo sempre più consapevole e meno imitativo del fratellone, per cui abbiamo preso la nostra decisione: sabato si parte!!

Dopo la prima mattinata di panico-pa-panico-paura, in cui ho lasciato solo mio marito per 45 minuti per andare a comprare altre mutande, canotte e fragole perchè nel giro di due ore mi sono resa conto che non sarebbero bastate quelle che avevamo già (comprese le fragole) ed è riuscito a chiamarmi per dirmi di muovermi, ci siamo assestati: abbiamo iniziato a ricordare com’era con Fede e a riconoscere i loro segnali. Tipicamente si fermano in piedi di botto in stato semicatatonico di quasi trance, con la faccia del “sono concentrato al 100% su quello che sto facendo, ma che c@xxo sto facendo poi in realtà??”. Per cui siamo riusciti nel limite del possibile a limitare i danni e ad arrivare indenni e con abbastanza fragole per tutti alla sera. Abbiamo anche fatto una pizza degna di Bonci!! (dico abbiamo perchè mi prendo il merito di aver comprato la mozzarella e tutti i condimenti 😛 )

Il giorno dopo, domenica, le cose sono notevolmente migliorate, soprattutto per mio marito che è uscito alle 6 per andare a sciare ed è rientrato alle 20! Tutto ok, è stata una scelta consapevole la mia, se lo meritava. Devo dire comunque che pensavo peggio, i bimbi sono stati tutti bravi (a parte che dormono sempre fino alle 17.30 almeno e stavolta alle 16 erano tutti in piedi li mortacci loro) e l’aiuto dei nonni all’ora di pranzo è stato essenziale, per cui anche in questo caso siamo arrivati a sera senza troppi intoppi.

Allora perchè dovrebbe essere stato un tranquillo weekend di paura, direte voi? Bene, se leggete bene il titolo, scrivo “(e lo spannolinamento gemellare)”, perchè quello è stato solo un corollario…
I disastri arrivano sempre da chi meno te l’aspetti e quando meno te l’aspetti, nell’ordine:
– da una persona adulta e teoricamente responsabile quale dovrebbe essere la figura di tuo marito (ecco, il TUO, non il MIO! buahahahahah)
– alle 22.30 di sera mentre stai beatamente sul gabinetto a fare finalmente la cacca in solitaria senza i bambini che ti gironzolano intorno perchè la vogliono vedere, si ammazzano, vogliono venire in braccio, si ammazzano, vogliono prenderti la carta, si ammazzano proprio nel momento topico, ti schettinano allegramente sui piedi col monopattino, si ammazzano, ti tolgono le ciabatte, si ammazzano, vogliono toccare la tua pancia, si ammazzano, buttano all’aria tutti i puzzle, si ammazzano, cercano di accendere i fornelli, si ammazzano, ti fanno aggiustare 20 volte la pista delle macchinine, si ammazzano, si nascondono dietro le tende in salotto mettendo a rischio il riloga e pretendendo che tu li guardi allungando il collo e immaginando la vista a curvatura, si ammazzano, si tolgono calze e pantaloni e vanno in giro a fare i dementi semi nudi, si ammazzano (alla domanda più o meno legittima “quanto ci metti a fare la cacca?” rispondo orgogliosamente con 3 minuti netti, 5 se è importante. Loro saranno 3, ma fanno per 20).

Le 22.30 di domenica sera, corrispondono anche indicativamente all’orario in cui il suddetto marito ha finito di fare la doccia post sciata.
Io, bella tranquilla sul mio trono, mi faccio beatamente gli affaracci degli altri su facebook quando ad un certo punto sento il rumore del mocio – per chi non lo sapesse abbiamo il secchio con una piccola centrifuga a pedale per asciugarlo – e penso: “ma che acciderbolina sta combinando che sono le 22.30 e i bambini dormono??” Dato che però sono stati solo pochi colpi a cui non sono seguite grida stridule dei nani, non ci ho fatto troppo caso e sono andata avanti a farmi gli affari degli altri – e anche un po’ i miei. 10 minuti dopo, decido che me li sono fatta abbastanza ed esco…e cosa trovo? La scala illuminata a giorno, così come tutto il piano di sopra, dove ci sono le camere. Il mio primo pensiero è stato che è stato male qualcuno e io mammammerda non l’ho sentito perchè ero impegnata a guardare cazzabubbolate su facebook e ho lasciato il papà da solo a gestire l’emergenza – infatti i fatti mi cosavano perchè lui usa il mocio solo quando rovescia accidentalmente del liquido per terra o quando i bambini vomitano, e dato che non era al piano di sotto ma su…
Via che faccio le scale a 4 per vedere cos’è successo!!! Non ci metto molto, abbiamo solo due rampe, la scena che mi si presenta davanti è a dir poco tragicomica, degno della versione più sfigata di un mix tra Fantozzi, Lloyd di Scemo & più Scemo e Mc Giver: corridoio costellato di panni / asciugamani / accappatoi, con Davide (il sopracitato marito) tipo Aladino sul tappeto che cavalcava un asciugamani andando avanti e indietro lungo il corridoio. Non avevo ancora notato l’aspetto traslucido delle piastrelle quando a metà tra il non riuscire a contenere le risate e lo sconcertato ho chiesto: “ma che acciderbiminquia stai facendo??”, con tutto il savoir faire che mi si confà. Di contro, LUI, placido come un bimbo in fasce e col sorriso da furbetto risponde: “ho allagato la casa, haha!!”
Haha. Ecco cos’era quell’aspetto traslucido delle piastrelle.

Ha ha.

Per chi non sapesse come è fatta casa nostra, una volta su dalle scale, guardando verso sinistra, parte un corridoio lungo circa 6 metri: a sinistra c’è il bagno e la nostra camera, a destra le due camerette dei bambini.
Ecco, la traslucenza, chiamiamola così, arrivava fin contro al muro dall’altra parte.

Ha ha.

Ho scoperto poi che l’acqua era entrata anche in camera nostra (ma aveva già asciugato) e aveva coperto praticamente metà del pavimento della cameretta dei bambini, con loro dentro a dormire.

Ha ha.

Probabilmente il Signore Gesù Cristo non ha sentito tutte le madonne che ho tirato nella mia testa perchè stava male dal ridere e ha fatto in modo che non si svegliassero i bambini mentre asciugavamo tutto, perchè avevamo già avuto una punizione sufficiente per tutte le nostre marachelle…

Ha ha.

Rimaneva comunque aperta la mia domanda, direi legittima: “COME P@&&$$££!!!XXX^^§§§çç@@@°°°## HAI FATTOOOOOOOO????”

Sedetevi.
Respirate.
Liberate la mente.
Perchè qui siamo di fronte al genio vero, assoluto e incontrastato, che i Darwin Awards gli fanno un pippa.

Premetto che una piccola parte della nostra doccia non è sigillata bene, ma non succede nulla a meno che non gli vai col doccino sopra (ed essendo in basso nell’angolo opposto solitamente non succede nulla).

Detto ciò, riassumo.
Il signorino era molto stanco e dopo essersi lavato ha voluto rilassarsi un attimo sotto il soffione della doccia.
Peccato che l’attimo fosse stato di una ventina di minuti, attimo più, attimo meno.
Peccato che abbia voluto farlo seduto, coprendo col deretano il buco di scarico che, ahimè, è a filo del piatto doccia. E fu così che ebbe inizio Il Grande Trasbordo.
Attenzione però, perchè adesso arriva il vero colpo di genio: dato che ha visto che la soluzione del mocio non era molto efficace (e sarebbe stata oltremodo lunga), ha pensato bene di utilizzare TUTTI, e ripeto, TUTTI (avete capito che ho detto TUTTI???) gli asciugamani, accappatoi, stracci e panni da lavare presenti in casa tra cassetti del bagno e armadio. E qui si spiega la costellazione di Orione che ho visto sul pavimento quando sono salita a controllare. Come se non avessi avuto abbastanza roba da lavare durante il weekend…

Avevo quindi due opzioni: decapitarlo o mettermi a ridere. Dato che se l’avessi decapitato avrei dovuto continuare il lavoro da sola, ho scelto di mettermi a ridere: un po’ perchè non si era preso neppure la briga di vestirsi prima di pulire ed effettivamente era abbastanza ridicolo, ma soprattutto perchè in fondo lo amo proprio tanto ^_^

Devo ammettere che ha avuto il coraggio di non venirmi a chiamare per chiedermi aiuto (o forse non ha avuto il coraggio di venirmi a chiamare :-P) e ha avuto l’intenzione di sistemare il suo danno tutto da solo…credo più che altro per non dovermi poi raccontare la cazzata atomica che aveva fatto perchè sapeva che l’avrei perculato a vita… e infatti, COSI’ SARA’!

HA HA!!!!

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