Prima, Vera, “Vacanza” in 5

E’ finalmente giunto momento (che parafrasato sarebbe “finalmente riesco a stare sveglia abbastanza a lungo per scrivere) di condividere con voi le nostre tanto temute quanto agognate vacanze 🙂

Sono riuscita a mettere a letto i nanetti incredibilmente per le 20.15, Federico per le 20.45 era sistemato…una ramazzata alla cucina ed eccomi qui!

Ormai le vacanze non sono che un lontano ricordo e stiamo già cercando di pianificare quelle invernali…ma a maggior ragione il mio scopo è quello di fissare nella mia testa e nella vostra questa tappa importante della nostra vita. Già, perchè la prima vacanza in 5, con Simone e Valerio di quasi un anno e Federico di quasi 3, è stata davvero epica e ha segnato una sorta di svolta, un click nel cervello…quel fantomatico “SI-PUO’-FAREEEEEEEEEEEEEE!!!” che lascia intravedere la luce alla fine del tunnel e un futuro di risate e serenità.

Infatti, il mio primo pensiero quando siamo arrivati è stato: “MA QUANDO C@XX# TORNIAMO A CASA???”

Ma partiamo dall’inizio.

Com’è ormai insito nel nostro DNA, ci siamo ridotti a finire di chiudere le valigie la mattina della partenza, sabato 25 agosto. Partiamo con calma, avevo suggerito, dopo la merenda della mattina, così avremo meno probabilità di trovare casino.
Ho preso della cretina da tutto il mondo, ma alla fine ho avuto ragione per quasi tutto il viaggio. Eccolo lì, il quasi che rompe le uova nel paniere (per essere fini).
Dovevamo andare in Abruzzo, a Tortoreto:
– viaggio stimato per una coppia: 5 ore e mezza;
– viaggio stimato da me: 7 ore, comprensivo di pausa pranzo e merenda;
– viaggio reale: 10 ore (leggetelo alla Fantozzi, così rende di più).
Siamo partiti alle 10.30, belli carichi e un mooolto timorosi…un po’ per la macchina (eravamo pienotti), un po’ perchè davvero non sapevamo cosa ci saremmo aspettati una volta là: saremmo riusciti a gestire i bambini senza urlare tutto il tempo? A farli mangiare al tavolo senza sfasciare il ristorante? A non fargli mangiare tutta la spiaggia? A sopravvivere al viaggio con solo Kung fu panda a disposizione per distrarli in caso di sclero totale?
Avrebbe retto la macchina??

Ma soprattutto: sarei stata lo zimbello del villaggio con la mia abbronzatura da muratore coi pantaloni lunghi??? 😉

Scherzi a parte, le risposte sono state: sì, sì, sì, quasi, sì e no. (non andate a rileggervi le domande che mi sono autoposta, se no vi spoilerate il resto dell’articolo ;-P )

La prima parte del viaggio tutto bene: i bambini hanno dormito tutti e 3 quasi tutto il tempo, il traffico era scorrevole e la radio ci faceva compagnia. Anche la pausa pranzo è stata piacevole, ed è stata anche una rivelazione: ci ha rivelato le potenzialità di Simone e Valerio, che a breve ci manderanno in bancarotta per potergli comprare tutti il cibo di cui avranno bisogno per saziare quel pozzo senza fondo che hanno al posto dello stomaco. E che ci avrebbero costretti ad inventare un nuovo sport: lo sfamamento bilaterale compulsivo, ovvero dar da mangiare a due bimbi affamati e voraci peggio delle vongole cercando di star dietro alla loro velocità di ingurgitamento che in confronto Bolt ai 100metri è una schiappa.
Ed è stato da qui che sono cominciati i problemi e le sfighe. Per vostra comodità li riassumo in un elenco:

  1.  Il tempo di arrivo previsto da google maps ha iniziato ad aumentare. E aumentare. E aumentare. E aumentare.
  2. Autostrada chiusa da Civitavecchia per mega incidente e obbligo di uscita: tratta gratis (evviva!) ma ritardo epico. Strada alternativa sui monti marchigiani e consumo di gasolio che facevo prima a pagare il biglietto dell’autostrada.
  3. Malfunzionamento temporaneo del caricabatterie del telefono: il telefono di Davide è stato il primo a lasciarci, giusto il tempo di arrivare a 2km dal villaggio e memorizzare la strada per arrivare che anche il mio ha tirato le cuoia.
  4. Arrivo alle 20.15, a 15 minuti dalla chiusura del ristorante coi bambini urlanti per la fame (abbiamo tentato di sfamarli a baby fette biscottate ma sono finite troppo presto).
  5. Coda indicibile in reception perchè così come noi molti altri sfigati hanno subito il ritardo a causa della chiusura dell’autostrada.

Però:

1. e 2. : i bimbi sono stati bravissimi, almeno finchè sono durati Kung Fu Panda e le fette biscottate;
3. Siamo riusciti ad avvisare i nonni per tempo;
4. e 5. Sono riuscita a fare pietà alla receptionist che mi ha fatto saltare di nascosto la fila e mi ha dato subito le chiavi e il permesso di andare al ristorante, che ha sapientemente sfamato tutti quanti con un pantagruelico piatto di pasta in bianco: MITICO!

Il resto della serata e della giornata seguente: DELIRIO TOTALE!!
Nonostante che la casetta che avevamo affittato fosse davvero deliziosa, abbiamo fatto una fatica del porco a organizzare gli spazi per far stare valigie (che quindi abbiamo lasciato in macchina), lettini e “voglia di vivere” – chiamiamola così – dei nanetti. Urla, strilla, sbraiti a più non posso, litigi a gogo, nervosismo a manetta…eravamo tutti stanchissimi e sfatti e io e Davide già sfiniti al pensiero di dover passare un’altra notte insonne dopo un viaggio del genere…Pessimismo e fastidio a manetta.
In effetti poi c’è stato un risveglio o due, ma tutto sommato siamo riusciti a riposare abbastanza rispetto al solito.

Il giorno dopo: il delirio continua. Simone decide che deve piangere tutto il tempo, peccato che l’avessi già imbragato nel passeggino per andare a fare colazione e la voglia di tirarlo fuori per consolarlo dovendo perdere altro tempo prezioso che avrei potuto usare per vestire e imbragare uno degli altri due fosse del tutto paragonabile a quella di farmi staccare una falange a morsi da un cane rabbioso.
Per cui, di nuovo: urla, strilla, sbraiti a più non posso e un’amichevole “notifica” da parte di una dei vicini non bene identificata che ci faceva notare di far smettere di urlare Simone perchè erano le 8 di domenica mattina e loro volevano dormire. Poveri illusi.
Per la cronaca: il delirio sarà durato sì e no un quarto d’ora, poi siamo andati a fare colazione…perchè c’è così poca tolleranza al mondo…
Va beh.
Da qui il pensiero di cui sopra: MA QUANDO C@XX# TORNIAMO A CASA???

Per fortuna, è risaputo che dopo un bel cornetto appena sfornato, facciamo due, la visione della giornata prende tutta un’altra piega e la voglia di demerdarsi torna a fare capolino: caccio di casa tutti quanti – che vadano alla spiaggia, a fare un giro, dove gli pare, ma FUORI DAI MARONI! Inizio a ramazzare dappertutto e a dare un senso alle cose sparse per casa, scarico la macchina, svuoto le valigie e do una parvenza di ordine: ed ecco che le cose iniziano a prendere una piega completamente diversa, e la vacanza che avevamo sempre temuto diventa la vacanza che avremmo sempre voluto!! <3

E’ stato tutto un crescendo: dal tempo un po’ uggioso a sereno ma fresco, dal disastro totale al ristorante al raccogliere al massimo un paio di pezzettini caduti fuori dalla bavaglia:

…dal non dormire più di due ore di fila a dormire 8 ore per notte più i pisolini pomeridiani (non io, non ne avevo bisogno e ho finito di ricamare le sacche per l’asilo nido di Simo e Vale) e sveglarsi in mezzo alle coccole

…dal non avvicinarsi neanche per sbaglio all’acqua all’entrare da solo fino al ginocchio

…dall’azzannarsi (letteralmente) tutto il tempo al giocare insieme in tranquillità – anche se per pochi minuti alla volta

…dal non riuscire a farsi un selfie decente neanche in 300mila prove al farsi fare una foto guardabile dai vicini di casa (non quelli che ci hanno urlato di spegnere Simone)

e a riuscire a farsi centrare da Federico 🙂

Abbiamo anche avuto la nostra buona dose di soddisfazioni: bene o male chi ci incontrava ci faceva sempre i complimenti per la bella famiglia, per i bambini per educati, per come sopportavamo bene la fatica che facevamo: per fortuna l’era del “Poverina” è ufficialmente terminata!
Non nego che l’orgoglio nel vedere i miei figli (e mio marito, perchè merita una menzione particolare pure lui) così bravi, ubbidienti – almeno in pubblico – e affabili è salito alle stelle! Tre terremoti sempre col sorriso che sono presto diventati le mascotte del quartiere (Valerio anche un po’ il RAS…)

Insomma, il pensiero finale è stato: MA E’ GIA’ ORA DI TORNARE A CASA?

Col senno di poi avremmo tranquillamente potuto fare due settimane, una sola dà giusto il tempo di prendere il ritmo e poi devi tornare alla normalità…sarà per l’anno prossimo!

Purtroppo, già 5 minuti dopo che eravamo sulla strada di casa siamo tornati alla routine di scleri, urla e sbraiti che ci hanno accompagnati per tutto il viaggio di ritorno, nonostante Kung Fu Panda e la scorta di fette biscottate…ma non si può portare via un po’ di mare e metterlo in giardino? 🙁

Vi lascio condividendo con voi alcune cose che hanno proprio lasciato il segno: il senso di “famiglia” che mi ha pervasa per tutta la vacanza, quella sensazione di pace interiore e felicità costante che mi accompagnava tutto il giorno e il passeggiare costantemente col sorriso stampato sulle labbra.

E le otto ore di sonno di fila per una settimana intera!!! 😉

 

 

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