Vacanze di Natale ’19

Potrebbe essere l’ultimo cinepanettone dei Vanzina, vero? In realtà non si tratta d’altro che delle mie vacanze di Natale di quest’anno, un po’ ai confini della realtà, un po’ ai limiti del tragicomico, sicuramente sempre troppo brevi. Perchè ve lo dico, quel periodo in cui preferisci andare a lavorare che stare a casa perchè finalmente ti riposi e parli d’altro oltre che di marche di pannolini, bauscia e frequenza della popo’, è come per magia passato. Ed è arrivata (anzi, ritornata) la voglia smaniosa di restare a casa con la famiglia e di passare più tempo possibile con i bimbi. Vi rassicuro subito: non sono malata e non ho battuto la testa! E’ solo che sta iniziando a diventare veramente bello interagire coi bambini adesso: fanno giochi strutturati, parlottano (i gemelli, Federico farei meglio a dire che non sta zitto un secondo), ballano, non stanno mai fermi, ci coinvolgono nelle loro stranezze e si entusiasmano per qualsiasi cosa gli proponiamo!
Per questo, quando li abbiamo lasciati dai miei la notte tra il 30/12 e il 31/12 , su loro richiesta, ci è dispiaciuto veramente un sacco…per i primi 15 minuti, poi abbiamo reagito e abbiamo stappato il prosecco!!! Ma questo è un mini-spoiler, ci ritorno dopo.
Provo ad andare con ordine, in due settimane di ferie abbiamo vissuto un po’ di avventure!

La prima di tutte è stata riuscire a destreggiarsi tra i vari pranzi, cene, merende ed evitare il decesso per overdose da cibo per assunzione continuativa dal 24 sera al 26 pomeriggio…

Condizioni necessarie per affrontare al meglio questa prima sfida sono state:
– rimanere tutti sani dal 23 al 31, genitori, figli, nonni, zii, nipoti e parenti tutti
– l’Esselunga che ci recapita metà della spesa che avevo fatto online, risparmiandoci così gli spumoni, il patè e altre delizione ma caloriche sfiziosaggini
– riuscire ad indossare contemporaneamente almeno una volta durante le feste i nostri fantastici maglioni di natalizi

Anche quest’anno abbiamo preparato ad hoc la “scena del crimine” dell’albero di Natale:

Mi sa che dall’anno prossimo che saranno un po’ più sgamati dovremo fare le impronte col fango e non più con la farina, e con una sequenza sensata invece che come se fossero due salti a piè pari…l’importante è che per quest’anno l’abbiamo ancora sfangata e siamo riusciti a farli ridere con noi e non di noi 😉

Finite le mangiate, arriva finalmente l’ora di smaltire: tutti in montagna!!
Si sa, andare in montagna aiuta a dimagrire per svariati motivi:
– il freddo fa bruciare più calorie
– pranzando al sacco avremmo mangiato decisamente meno di 20 portate
– fare su e giù dalle piste con bob e nano incorporato appresso è sicuramente un’attività aerobica prolungata
– correre dietro ai bambini per evitare che vengano travolti da un bob o da uno sciatore, che si perdano tra la folla o che cadano in un burrone è sicuramente paragonabile alla corsa della maratona di New York.
Alcuni ci hanno chiamati scellerati, altri eroi…noi ci siamo considerati solamente una famiglia in gita, ed eravamo emozionatissimi per la prima volta sulla neve dei bambini! Certo, eravamo del tutto consapevoli che avremmo fatto una fatica del porco a dir poco, ma siamo stati ampiamente ripagati con tante di quelle soddisfazioni…Federico che non ha paura di tutto ma che si “lancia” ripetutamente in discese a perdifiato col bob, Valerio e Simone che non fanno la cacca per tutto il tempo, se non poco prima di ripartire e proprio mentre eravamo al bar, pranzo a base di focaccette al prosciutto e formaggio divorate anche se avevano la consistenza del granito di Carrara e la temperatura di un cubetto di ghiaccio, la collaborazione tra fratelli per capire come tirare il freno del bob, il non chiedere quasi mai di stare in braccio e camminare tutto il tempo, mai un capriccio, mai una lacrima, mai una frigna…tante risate, tanti baci, tanti abbracci e tante foto!
Come meta abbiamo scelto Torgnon, azzeccatissima (anche se potevamo impegnarci per arrivare un po’ prima di mezzogiorno e trovare parcheggio un po’ più vicino, ma va beh, i trisgenitori capiranno!!) e su misura per i bambini: c’erano un sacco di gonfiabili, giochi, piste dedicate per i piccolissimi, bob compresi nel prezzo del parco e un sole meraviglioso!!! Eccoci qui ^_^

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Dire che ci siamo divertiti è poco: è stata una giornata perfetta, piena di sole, risate, baci, risate, corse, risate, abbracci e risate! L’anno prossimo tenteremo di fare qualche giorno in più, e magari fargli provare gli sci o lo snowboard col maestro. Sciare non mi piace per niente ma…non vedo l’ora!!

Tra una giornata pazzerella e l’altra si avvicina il Capodanno e, su richiesta direttamente dei bambini, decidiamo di lasciarli a dormire dai nonni la notte tra il 30 e il 31, così da poter preparare il cenone con calma, ma soprattutto da poter arrivare al veglione con una notte intera di sonno continuativo e sperare di arrivare svegli almeno all’una di notte. Dato che avevamo ospiti al di fuori della cerchia dei parenti di primo grado, ho deciso praticamente all’ultimo minuto di non fare la solita lasagna, ma di offrire un menu un po’ più elaborato e di classe…da qui una delle mie più riuscite genialate: provare a cucinare un piatto quasi completamente di mia invenzione per la prima volta!

Aspettativa:
– corposo antipasto a base delle mitiche bruschette per anime romantiche delle sorelle Passera, che ci ha fatto conoscere mia cognata lo scorso Natale e che ci hanno conquistato;
– primo a base di gnocchi con farina di ceci su crema di mazzancolle
– tiramisù

Realtà:
– Ho invertito il tipo di pane di due tipi di bruschette nonostante fossi senza Valerio costantemente attaccato alla mia gamba, avessi letto la ricetta centordici volte e non sicura l’avessi pure scritta su un foglietto di carta da tenere a portata di mano per evitare errori
– ho dimenticato di tostare il pane delle prime 4 bruschette nonostante avessi messo la piastra sul fuoco…
ma il risultato è stato comunque apprezzabile:

– Ovviamente gli gnocchi con farina di ceci non mi sono venuti. Ho perso praticamente tutto il pomeriggio a prepararli, ma nulla, l’impasto rimaneva sempre dannatamente molle e appiccicoso. E la mia strategia di aggiungere farina di ceci, e poi non contenta farina 00 come se non ci fosse un domani, non è risultata essere vincente… ho provato comunque a cuocerli e, nonostante la massa di una nana bianca e il peso specifico di un piombino, sono comunque venuti a galla – o forse, per porre fine alle loro sofferenze hanno fatto come i pesci rossi e si sono ribaltati a pancia sotto, vedete voi. Facevano veramente schifo.
– Per non parlare di quell’obbrobrio di “crema” di mazzancolle…chiedo ancora perdono per il martirio di quelle 3 spettacolari confezioni di mazzancolle tropicali che se solo le avessi fatte al forno o alla griglia avrebbero fatto la felicità di grandi e piccini e sarebbero state una gioia per il palato in combinazione a quel prosecchino che ci piace tanto…Chiedo perdono a tutti gli chef, sous chef, cuochi della mensa, riscaldatori di cibi precotti, apprendisti e a chiunque sappia in qualche modo tenere in mano un mestolo per avere riadattato la ricetta da due a quattro persone “a occhio”. Evidentemente non ero capace di intendere e di volere, abbiate compassione e anche un po’ di pietà.
– abbiamo mangiato le lasagne (che avevamo preparato di riserva, perchè mio marito mi conosce troppo bene e soprattutto riconosce a naso le mie genialate).

Menu a parte, gran bella serata, a suon di botti e, per la prima volta nella mia vita, di Monopoli!!!

Grazie a Marco e Federica per averci fatto compagnia: le cose organizzate all’ultimo minuto (a parte i miei gnocchi) sono sempre quelle che riescono meglio!

Entriamo così in questo strano 2020, che solo 30 anni fa, ma che dico, 10 anni fa non sembrava possibile e invece eccolo qua, a battere tutti i libri di fantascienza a cui siamo abituati!
E non può che partire alla grande! Visto che la gita in montagna è andata benissimo, decidiamo di lanciarci in un’altra follia: Leolandia, ma solo noi 5!
Di nuovo ci mettiamo a preparare pizzette e focaccette per il pranzo al sacco, pannolini, salviettine, acqua come se fosse il 15 luglio a 40° perchè non abbiamo dei figli ma dei cammelli, e via!
Per strada, però, ci sorge un dubbio: noi siamo in 5, le giostre sono da 4…ma sì in qualche modo faremo!! Ed in effetti abbiamo fatto (per fortuna ce n’è stato bisogno una volta sola): dopo più di mezz’ora di coda perchè era la più bella delle 3 giostre aperte e un pensiero subito scacciato di diserzione (vedi subito dopo i due punti) causa cacca pestilenziale di Valerio intercorsa nel mentre, arriviamo ai tornelli delle montagne russe di Masha e Orso. Decidiamo quindi di affidare Federico, dato che è il più grande, ad una famiglia con un figlio solo, e quindi un posto vacante. La malcapitata famiglia era per fortuna francese, che non capendo una parola di italiano e poco di inglese, non ha avuto il tempo di capire cosa stesse succedendo. In effetti nemmeno noi abbiamo capito quello che è successo, perchè nel mentre che arrivava il trenino, faceva scendere i passeggeri e quelli nuovi iniziavano a salire e noi correvamo il rischio di ritardarne la partenza, al primo segno di rifiuto da parte di Federico, gli abbiamo pestato in mano un Valerio troppo spiazzato per protestare ma portatore di una puzza indicibile…che io non ho sentito perchè da brava mammammerda ero a due vagoncini di distanza. Così, tra un “CA VAAAAA????” e l’altro, abbiamo fatto il nostro giretto sulle montagne russe, prima volta per i gemelli. Devo ammettere che un po’ di ansietta l’ho avuta per Valerio, che è il più mammone di tutti: invece con mia grande e piacevolissima sorpresa è arrivato tutto felice e trotterellante nel calore della sua cacca (in realtà ho avuto anche un po’ di paura per questo velocissimo adattamento all’estraneo, che cacchio, non è che uno deve stare col primo che capita, che poi arriva quello che offre le caramelle o i palloncini e ciao ciao, anzi, au revoir).
Beh, dopo una partenza così spumeggiante, la giornata non poteva che promettere bene! Solo una parola: SPET-TA-CO-LO.
Vi dico solo che potevamo anche non portare il passeggino, e con questo ho detto tutto.
Saluti dal trenino Thomas!!

Questa è stata l’ultima gita delle vacanze di Natale, abbiamo chiuso proprio col botto!
Come al solito sono in ritardo sulla tabella di marcia, avrei dovuto pubblicare tipo il 7/1 e invece sono al 26…per cui al posto di dire “Iniziamo questo 2020”, dico:
Continuiamo questo mirabolante 2020 sulla scia dell’entusiasmo per i nuovi inizi e per il consolidamento di quelli un po’ meno nuovi ma che ci portano comunque grandi soddisfazioni! Impariamo a scovare e ad apprezzare sempre il lato positivo delle cose e quello buono delle persone (se poi non c’è proprio speranza sapete benissimo che sposo il motto “un vaffa ti salva la vita”); rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare per tirarci fuori dalle situazioni che non ci piacciono e che ci causano sofferenza – il che vuol dire anche buttare via quei pantaloni maledetti che ci piacciono tanto ma che sono diventati troppo piccoli: tranquilli, arriverà il tempo di rientrarci, ma allora ne compreremo un paio nuovo di zecca e sicuramente più bello!

Che poi io parlo parlo, ma…dato che il 2020 è partito bene come non mai tra nuovo lavoro a 10 minuti da casa e part time che non mi sembra vero di poter portare ed andare a prendere tutti e 3 i miei figli a scuola che quando l’ho detto a Federico non potete capire che sorriso mi ha fatto e quanti baci mi ha dato, famiglia che diventa ogni giorno più coesa e bella da vivere, scoperta di saper ancora palleggiare decentemente all’alba dei 40 anni ed essere un po’ di ispirazione per le sbarbate, nuovo gruppo con una formazione mitica e con cui suono alla grande, nuovo taglio di capelli che mi piace un casino…sono qui che mi aspetto di venire investita da un tir da un momento all’altro o di scoprire di avere una malattia incurabile perchè è tutto troppo bello…

Va beh, meglio non pensarci e godersi il momento finchè è buono! Come disse il buon Lorenzo (de’ Medici, non Jovanotti):
chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza”.

Alla prossima!

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