La copertina di Linus – ovvero, l’Oggetto Transizionale

Come promesso, anche se è passato un po’ più tempo del previsto, oggi vi parlo dell’oggetto transizionale o, più tradizionalmente detto, la copertina di Linus.
Farei una piccola introduzione un po’ più seriosa prima di entrare in quella che è la mia realtà familiare e quotidiana, un po’ di nozioni di psicologia non fanno poi così male (poi reinterpretate da me sono tutte un programma!!) .

Il concetto di oggetto transizionale è stato introdotto da un certo dott. Winnicott (chi ha studiato Psicologia dello Sviluppo sicuramente lo ricorderà – e ad un certo punto gli sarà anche uscito dalle orecchie) e si riferisce a quell’oggetto che ci ha accompagnato, e che accompagna i nostri bimbi, nel periodo di transizione dal pensare di essere un tutt’uno con la propria mamma al capire di essere invece un esserino a sè stante e (quasi) totalmente indipendente. Quando i bimbi sono appena nati, o comunque molto piccoli, sono infatti convinti di essere una cosa sola con la propria mamma, e sviluppano una sorta di delirio di onnipotenza (altrimenti più tecnicamente detto onnipotenza soggettiva), facendogli quindi pensare – se di pensiero si può parlare a pochi mesi di vita – di essere totalmente autosufficienti, o meglio, onnipotenti, perchè tutti i loro bisogni vengono quasi magicamente e istantaneamente accolti e risolti.
Quando invece il bambino inizia a capire di essere un’entità separata dalla mamma (dicono in letteratura intorno ai 4/5 mesi di vita, nella mia esperienza personale intorno all’anno e mezzo, ma vi spiego meglio dopo), esso sperimenta sensazioni di frustrazione ed ansia: se la mamma non c’è, lui non riesce più a risolvere i suoi problemi! Ecco che allora entra in azione l’oggetto transizionale, che come il principe azzurro va a salvare il nostro bimbo dall’ansia di separazione dalla mamma. Tipicamente viene utilizzato prima di andare a dormire, ma volendo vi si può attingere h24, 7/7, così come fa il nostro buon caro Linus dei Peanuts, che si porta appresso la sua copertina ovunque vada. Ma perchè quest’oggetto è così importante per i nostri pargoletti? Perchè permette a loro di avere un legame fantastico (non nel senso di bellissimo ma nel senso che è legato al mondo della fantasia e del non-reale) con la mamma quando si separa da loro per tempi sempre più lunghi, ad esempio quando va al lavoro o, per l’appunto, quando si va a fare la nanna.
Quando poi i bambini crescono e passano ad una fase di sviluppo successiva, non hanno più bisogno del loro oggetto transizionale perchè diventano in grado di fare una distinzione tra sè e non-sè e di mantenerla. Se vi chiedete a che età subentra questa nuova fase, non sarò certo io a rispondervi…ognuno ha i propri tempi, e ogni bimbo lo farà quando sarà pronto! (pensate che gli oggetti transizionali possono perdurare anche in età adulta, e non sono necessariamente patologici: lo smartphone, in certi casi, può essere un esempio. Dà o non dà sicurezza tenerlo in mano?)
Come conclusione di questo incipit erudito, vi consiglierei di non confondere il dudù con l’oggetto transizionale vero e proprio: il dudù viene scelto dai genitori (dalla mamma) ed è tipicamente un animaletto di pezza che viene tenuto a contatto con la mamma per le settimane antecedenti al parto in modo che prenda l’odore della mamma e faccia sentire il neonato al sicuro, come se fosse ancora all’interno della pancia. L’oggetto transizionale viene invece scelto dal bambino e spesso (quasi sempre) NON COINCIDE col dudù che avevamo scelto noi – per nostra grande delusione. Federico ad esempio non ha mai voluto il dudù che avevo tenuto dentro la maglietta per tutte le notti delle ultime 3 settimane di gestazione, non se lo calcolava proprio di striscio. Era un bellissimo coniglietto di pezza, scelto dopo un’accurata analisi di tipo 56 ore di cui mezz’ora per verificare che il materiale con cui era fatto fosse biologico, 100% cotone (perchè alla fine lo avrebbe ciucciato tutto il tempo) e senza pelucchi che potessero favorire il soffocamento, mentre le restanti 55,5 ore sono state usate per scegliere tra il coniglietto e la rana…classico, no? Questi erano i problemi esistenziali di una volta…con Simone e Valerio – poverini – il pensiero è stato: Federico l’ha snobbato per cui al 90% lo snobberanno anche loro. Con Fede abbiamo pagato 17€ per niente, con loro sarebbero 34€ buttati nel cesso…gli mettiamo semmai un peluche qualsiasi di Fede e a posto così (spero non leggano mai queste righe, poveri patati!!!)!

Bene, tutto chiaro fino a qui? Perfetto!

Passo allora a raccontarvi come abbiamo vissuto (ho vissuto in effetti, non credo che mio marito ci abbia mai realmente fatto caso se non per il fatto di essere stato più e più volte richiamato da Fede per cercargli il pupazzo subito dopo essere arrivato giù dopo la messa a letto e quindi essere risalito per chiedergli cosa voleva, trovargli il pupazzo in soggiorno al piano di sotto e riportarglielo su in camera) nella nostra famiglia l’avvento dell’oggetto transizionale.
Un piccolo spoiler ve l’ho dato prima, nel senso che Fede non ha mai voluto avere niente a che fare col suo dudù, nè da neonato nè mai (forse l’ha usato un paio di volte il mese scorso ma proprio perchè non c’era nessun altro peluche in camera): probabilmente non avevo proprio un bell’odore da trasmettere…mah! Ad ogni modo, il buon Fede non ha mai dato segno di apprezzare un particolare giocattolo o un particolare oggetto, non ha mai preso nemmeno il ciuccio…e io, da brava ex psicologa, mi facevo tutte le mie belle turbe mentali. Poi un bel giorno, verso l’anno e mezzo di vita, siamo andati con lui per la prima volta all’Ikea e si è innamorato letteralmente della Tigre Gigante Bianca: ha voluto tenerla in mano tutto il tempo, si è addormentato sul passeggino avvinghiato a lei e cosa fai, non gliela compri? Mai scelta fu più azzeccata: innanzitutto non fa piacere non ritrovare più al risveglio quello con cui ci si era addormentati (e qui potremmo aver contribuito a bloccare dal principio la creazione di uno sciupafemmine), e poi è stato proprio il suo primo vero amore, durato qualche mese. Con la Tigre Gigante Bianca ha sperimentato praticamente tutte le posizioni del kamasutra, come potete vedere:

Notare la cosa a 3 iniziata con Topolino ma evidentemente non andata mai a buon fine …

Non so cosa sia successo con la Tigre, ma dopo qualche mese è stata surclassata dal Pupazzo. All’inizio il rapporto è stato u po’ conflittuale…

…poi però sono diventati compagni di notte inseparabili per più di due anni! Adesso è da poco che ha cambiato di nuovo partner di letto, ma è meno stabile: a volte il gattino, a volte il panda, a volte nulla…forse a ben vedere non abbiamo del tutto scongiurato il futuro sciupafemmine…

Con Simo e Vale invece, come vi dicevo, da bravi genitori degeneri la nostra attenzione si è catapultata su altro (dormire il più possibile) e non abbiamo fatto molto caso al se e quando si fossero attaccati a qualche oggetto particolare…in realtà io ci ho anche pensato ogni tanto ma non mi sono fatta più di tanto il cruccio questa volta! Devo comunque dire che col fatto che hanno sempre dormito insieme loro due (e da circa un anno anche con Fede) credo che il percepire la presenza dei fratelli sia già consolatoria…francamente avrei preferito che si fossero scelti anche loro un pupazzo o qualsiasi altra cosa da portare a fare la nanna e avessero dormito tutta la notte invece che continuare a svegliarsi e cercare la mamma (Valerio soprattutto), e sono convinta che questa mancanza sia in parte responsabile dei loro risvegli notturni. Ogni tanto Valerio di porta a letto una macchinina – ma non è proprio il massimo della comodità – mentre Simone cerca il gattino di peluche, che poi vola sempre fuori dal letto tempo zero o viene invece snobbato e messo in un angolino…
Per fortuna che ci pensano le insegnanti del Nido, che come da tradizione corbettese, fanno preparare alle mamme dei loro bimbi i cosiddetti Carletti, dei bambolotti di pezza fatti con le loro tutine di quando erano piccoli! Li usano poi al nido per andare a fare la nanna, uno per ogni bimbo e per ogni brandina 🙂
Io ho partecipato con entusiasmo all’iniziativa…ma da brava mammammerda non avevo più nessuna loro tutina di quando erano piccole (le ho regalate ad amiche / cugine / centri di accoglienza non appena non gli andavano più per liberare spazio), e quindi sono stata nuovamente tratta in salvo dalle insegnanti del nido che me ne hanno regalate due del nido! In effetti le altre mamme le avevano tenute comunque di ricordo…io ho tenuto il test di gravidanza, le prime scarpine e le prime fototessere, ma non ho proprio pensato alle tutine, vaccarana! Ad ogni modo, se riuscirò a recuperarne due le sostituirò 😛

E’ stata decisamente una bella esperienza: intanto è stato un momento di condivisione con le altre mamme – e si sa, in un modo o nell’altro si finisce sempre col parlare di loro, dei loro scleri, dei loro capricci, ma il tuo cosa mangia, ma i tuoi dormono, ma come dormono, ma piangono, ma gli fai vedere la tv, che pannolini usi, quante bronchiti hanno fatto, si menano, ma dov’è lo spritz? 😉

Ecco quello che ho combinato tra le risate e qualche focaccetta:

Ora avete le prove che anche io so cucire!! Storto, irregolare e ancora più storto, ma so cucire! 😛
Stupidamente mi sono dimenticata di fare la foto al risultato finale prima di riportarli al nido, immaginateli un po’ voi!

A prescindere dal fatto che sia un oggetto transizionale o no, credo che il confezionamento di un Carletto o una Carletta per i vostri bimbi possa essere comunque un’ottima idea per un regalo e un ricordo a cui sicuramente guarderanno con affetto quando saranno grandi e che potranno trasmettere a loro volta ai loro figli! Per cui, armatevi di ago, filo, un po’ di imbottitura per cuscini e taaaaaaanta pazienza!! Ah, non dimenticate le tutine!!!

Tutto questo parlare di oggetti transizionali mi ha fatto pensare al mio: se mai ne ho avuto uno (e qui dovrà venire in mio aiuto mia mamma), l’unico oggetto di cui ho memoria che mi portavo dappertutto era la mia amata paletta rossa:

E voi che mi raccontate? Avete voglia di farmi vedere i vostri oggetti transizionali o quelli scelti dai vostri figli?
Dimenticavo: se per caso avete l’impressione che vostro figlio/a non abbia nessun oggetto transizionale e questa cosa vi preoccupa o destabilizza, ricordatevi che questo oggetto non deve necessariamente essere un oggetto “classico” tipo peluche, giocattolo o copertina, ma può essere qualsiasi cosa! Da una lucina ad una filastrocca ad una canzoncina, e a noi, purtroppo o per fortuna, non sarà mai dato saperlo. Ma, cosa più importante di tutte, ricordatevi che ognuno è un essere umano completamente differente, con tempistiche, gusti, usi e costumi del tutto diversi e spesso non comprensibili da parte nostra come genitore…per cui rispettate sempre le scelte e i tempi dei vostri bambini e imparate invece voi a gestire le vostre ansie (e io qui mi metto in prima fila) del voglio tutto e subito e del il mio è meglio del tuo.

Grazie per aver letto tutto questo papiro e…alla prossima!!!

One comment

  1. Brava! Detto bene ci vuole tempo coi bambini (!)rivolto soprattutto a te, e cmq non mi ricordo nessun oggetto copertina,a parte la paletta!

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