La Token Economy

Ci sono delle volte che insegnare un comportamento specifico ai propri figli, o una nuova competenza, è proprio difficile: o perchè proprio non gli entra in testa, o perchè proprio non lo vuole fare, non gli piace. Dobbiamo quindi ingegnarci un pochino o, come fa MammaCris, andare a ripassare le care vecchie tecniche di rinforzo positivo che erano una bomba quando lavorava coi bimbi con disturbi specifici di apprendimento.
Siamo un po’ al limite con le attività creative che di solito inserisco in questa sezione, qui parliamo di una vera e propria tecnica cognitivo-comportamentale usata in psicoterapia e in contesti scolastici, ma mi piace vederla nell’ottica di un bel gioco da fare insieme ai propri figli: signore e signori, ecco a voi la TOKEN ECONOMY!
Letteralmente si traduce in “Economia a premi simbolici”. Per mettervela giù proprio grezza, è la versione 2.0 del “Se ti lavi le mani, ti faccio mangiare una caramella”. Vale a dire, i bambini vengono premiati ogni volta che eseguono il comportamento o la competenza che noi vogliamo, chiaramente non a caso ma secondo uno schema preciso e ponderato.
Per farvi capire bene come funziona, vado un po’ sul tecnico…ma non troppo 🙂

Definiamo innanzitutto il rinforzo positivo: è una conseguenza positiva di una risposta che ha, come effetto, di rendere la risposta più probabile in futuro. Ci sono rinforzatori di basso livello, molto concreti, come ad esempio le caramelle e i giocattoli; ci sono poi rinforzatori di alto livello, come ad esempio i rinforzatori sociali (sorrisi, abbracci, compiacenza): la Token Economy facilita il passaggio da rinforzatori più a rinforzatori meno concreti. Questo perchè noi vogliamo che i bambini interiorizzino il comportamento non per ricevere il giochino o il dolcetto, ma per ricevere approvazione e, soprattutto, per provare SODDISFAZIONE PERSONALE, che è il più potente motivatore. Per arrivare all’attenuazione della concretezza del rinforzamento, bisogna avere un programma di rinforzamento, che definisce la frequenza con la quale i rinforzatori vengono erogati: all’inizio questa sarà continua (il rinforzatore viene dato ogni volta che il bambino manifesta il comportamento), più avanti diventerà intermittente, con “pause” sempre più lunghe. Chiaramente, in questo processo di allungamento delle premiazioni, verranno usati moltissimo i rinforzatori sociali di cui vi parlavo prima: “Bravoooo!!!”, “Ma che bel lavoro che hai fatto!!”, “Vieni qui che ti dò un bacione!”, “Batti il cinque!!”…

Ok, la parte tecnica e pallosa è finita, siete sopravvissuti?

Bene, entriamo allora nello specifico della Token Economy!
Si tratta semplicemente di dare ai vostri bimbi, ogni volta che eseguono il comportamento o l’abilità, dei rinforzatori simbolici (i TOKEN), che possono essere scambiati con rinforzatori concreti (premi).
Per farvi capire meglio senza usare paroloni o entrare nel complicato, vi racconto quella che ho usato con Federico per il tanto temuto spannolinamento.
E’ stato un po’ un esperimento, perchè avevo paura che con un bambino così piccolo (2 anni e mezzo) fosse un po’ troppo complicata e non avesse troppo senso dato che il comportamento in questione prima o poi lo imparano tutti, è abbastanza fisiologico del processo di crescita. Quello che mi ha spronata è stata soprattutto la voglia di creare un percorso, un gioco specifico per mio figlio: volevo un pretesto per premiarlo, perchè ha subìto un trauma non indifferente con l’arrivo dei due fratellini e si sta comportando da vero ometto. Un po’ di regali e di attenzioni più del normale se li è proprio meritati, a prescindere dall’imparare l’uso del vasino…ma perchè non unire l’utile al dilettevole e cercare di evitargli un altro periodo difficile? Che poi, con gli altri due nanetti al seguito, sarebbe stato anche meglio ridurre al minimo il tempo di pulizia delle varie pisciatine a terra e cacatine in giro…vi pare?

Come vi dicevo, ad ogni comportamento “buono” si dà un token: ogni volta che Federico faceva la pipì o la cacca nel vasino riceveva uno smile – la “FACCINA” – da attaccare su un cartellone. La preparazione del cartellone non è obbligatoria, si possono anche collezionare i token in un “salvadanaio” e farli usare al bambino come moneta di scambio. Potete scatenare in questo senso la vostra creatività!! E’ importante però che i token usati, così come il supporto (cartellone, salvadanaio o altro) e i premi, siamo interessanti per il bambino e lo stimolino. Ad esempio, se un bimbo è un patito di basket, si potrà fare un cartellone con tante palle da basket divise in spicchi che rimbalzano per andare a canestro. I token potranno essere gli spicchi del pallone; oppure si possono fare i token a forma di mattoncini lego che vanno a costruire un robottino o un palazzo; oppure dei gettoni d’oro che vanno a finire in un salvadanaio vero…insomma, le possibilità sono infinte!

Ecco qua il nostro cartellone e i nostri token:

Per fargliela capire nel modo più semplice possibile, gli ho disegnato un percorso a premi: ogni volta che raggiungeva la stellina riceveva un premio, che cresceva in importanza man mano che si andava avanti (grazie IKEA per i millemila giochini a prezzi ridicoli):

Normalmente è bene stilare insieme delle regole per ricevere il token, che siano:

  1. POCHE – 4 o 5 al massimo
  2. CHIARE e sempre espresse in POSITIVO (esempio: “parlare a bassa voce” invece di ” non urlare”)
  3. meglio se scritte su un foglio consultabile da tutti o direttamente sul tabellone se volete farne uno anche voi.

Data la tenera età di Fede, questo procedimento è stato fatto a voce e messo visivamente sul cartellone: fare pipì e cacca nel vasino.
Dovete anche concordare il “prezzo” dei vari premi, ossia quanti Token servono per arrivare o comprare un premio.
Nel nostro caso ho deciso io, piazzando delle stelline ogni tot. caselline. Come vedete, le stelline si diradano verso la fine del percorso: quando il compito diventa più facile, il premio costa di più! 😉

Potete anche notare che nel caso della cacca – bestia nera in tutti i sensi per Federico – ho messo più stelline ravvicinate, perchè all’inizio proprio non c’era verso di fargliela fare nel vasino (ahimè!!).
Ricordate anche i rinforzatori sociali? Quelli sono stati fondamentali: mentre le prime volte Federico chiedeva sempre la faccina, a lungo andare era contento solo per avercela fatta, perchè ogni volta per noi era una festa e mostravamo palesemente il nostro orgoglio per lui.

Posso dire quindi che nonostante i dubbi è stata un successone!!
Federico si è divertito un sacco ad attaccare le sue faccine (che poi sono finite e sono diventati gettoni d’oro 😛 ) e ad usare i suoi nuovi giochini:

E noi ci siamo divertiti a giocare con lui e a fare le corse a chi arrivava prima al vasino 🙂

Ci sono poi millemila corollari dello spannolinamento (di cui vi parlerò sicuramente in uno dei miei articoli futuri) che potrebbero aver avuto silenziosamente il sopravvento sulla token economy, chi lo sa…come si dice, l’importante è il risultato! 😉

Concludo con un ringraziamento particolare agli autori dei libri che ho in mano “Il cooperative Learning – come condurre una didattica a mediazione sociale” di Chiara Trubini e Marina Pinelli – e “Psicopatologia dello Sviluppo” di Fabio Celi, che sono stati miei professori e tutor e che mi hanno aiutato a spiegarvi la teoria di questa tecnica che mi sta tanto a cuore!

Ma fate attenzione: se volete creare una Token Economy a casa vostra e non siete sicuri di quello che state facendo, chiedete aiuto agli insegnanti o agli piscologi della scuola, non fate gli autodidatti…mi raccomando!! Il bene dei nostri figli prima di tutto <3

Pace e bene, alla prossima!!

 

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